Protocollo sottoscritto dai sindaci Rinaldo Melucci e Antonio Decaro, e dall’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray,
Il 2022 sarà l’anno della cultura del “sistema Puglia”. È l’impegno preso dalla Regione Puglia e dai Comuni di Taranto e Bari, che oggi, nella biblioteca civica “Pietro Acclavio”, hanno sancito il patto siglato alcune settimane fa in vista del riconoscimento del titolo di Capitale italiana della Cultura 2022.
L’esito della competizione è noto, ma le due amministrazioni pugliesi e l’ente regionale hanno deciso di realizzare ugualmente alcuni degli eventi previsti dai dossier di candidatura di Taranto e Bari.
Grazie al protocollo sottoscritto dai sindaci Rinaldo Melucci e Antonio Decaro, e dall’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray, infatti, l’ipotesi di unire gli sforzi per raccontare bellezze e tradizioni della terra pugliese attraverso la stesura di un calendario comune di iniziative per il 2022, si è concretizzato alla presenza del governatore Michele Emiliano, che ha confermato la disponibilità della Regione Puglia a sostenere le manifestazioni in programma.
Il lavoro da svolgere ora sarà quello di individuare gli eventi da realizzare, stilando un unico calendario, organico ai contenuti dei dossier delle due città e capace di valorizzare il lavoro svolto per il rafforzamento dell’offerta turistico-culturale complessiva del sistema regionale.
Oggi, quindi, si entra nel vivo del lavoro, con la costituzione di un tavolo interistituzionale sulla cultura che, grazie alla competenza e all’esperienza dell’assessore Bray, consentirà di individuare le progettualità sulle quali investire, partendo dai progetti culturali più ambiziosi, tra i quali la “Biennale del Mediterraneo” per Taranto e la “Fiera del libro” per Bari.
“È una giornata molto importante – ha esordito il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano -: Bari e Taranto sono alleate per utilizzare gli investimenti in cultura come motore della crescita dell’intera comunità e dell’economia. Ci ritroviamo oggi in una biblioteca che è stata interamente ristrutturata con i fondi della Regione Puglia, con la spinta dell’assessore Bray, instancabile nel tessere questa alleanza tra le due città, che per me rappresenta una grande soddisfazione.
Noi speriamo che questo atteggiamento di alleanza ci sia sempre ed è bellissimo che i due sindaci abbiamo deciso, assieme all’assessore Bray, di presentare questo grande progetto della Biennale del Mediterraneo a Taranto che è ardito, molto ardito. Ieri sera nel briefing finale prima di questa conferenza stampa, io e l’assessore Bray ci siamo detti che “la facciamo sul serio”. Perché è fondamentale per me, da sempre, dire una cosa e poi farla.
E poi c’è l’altro grande progetto, un sogno di una vita, quello del Salone del libro a Bari. Speriamo davvero di riuscire a costruire il percorso giusto affinché anche al sud ci sia una manifestazione legata alla lettura, alla scrittura e alla vendita dei libri, che per noi rimangono il motore fondamentale per la crescita delle persone”.
L’ambizione di Taranto a divenire Capitale Italiana della Cultura 2022 non è stata nascosta dal sindaco Melucci che, ringraziando chiunque si sia speso per la candidatura, a partire dagli amici della Grecìa Salentina, con i quali è stata condivisa questa avventura, ha spiegato come al netto del risultato questo percorso abbia prodotto risultati eccezionali.
“Taranto è un riferimento per chiunque voglia lavorare nella programmazione culturale – queste le parole del primo cittadino di Taranto Rinaldo Melucci -, è un laboratorio di partecipazione in grado di trasformare conoscenza, tradizione, e bellezza in opportunità di sviluppo economico. L’entusiasmo che si è creato intorno alla candidatura, anche il dibattito che è stato alimentato, ci dice che lavorare su questi temi riaccende una vitalità sopita per troppo tempo. Per questo motivo, con Antonio Decaro, con Massimo Bray, con il presidente Michele Emiliano, abbiamo deciso di continuare ad alimentare questo fuoco, che riscalda non solo il cuore di Taranto, ma di un’intera regione che negli ultimi 15 anni ha segnato il passo a livello nazionale come meta turistica irrinunciabile, set cinematografico ideale, terra di eccellenti narratori. L’asse con Bari, inoltre, si sviluppa anche su diversi altri settori, come l’innovazione e le infrastrutture, una partnership tra le prime due città della Puglia che fa bene all’intero sistema regionale. “La cultura cambia il clima”, allora, il claim della nostra candidatura, alla luce di queste considerazioni assume un significato ancora più chiaro: è la consapevolezza di un processo in atto da tempo, che non fermeremo, che per Taranto in particolare vuol dire coltivare un’alternativa importante alla monocultura siderurgica”.
Anche Bari ha corso per il titolo di Capitale Italiana della Cultura ma, ancor prima di conoscere l’esito della competizione, intravedendo la possibilità di creare una piattaforma comune tra le due città finaliste, ha sposato l’idea di un’eventuale capitale della cultura pugliese “diffusa”.
“Il tavolo che stiamo costituendo oggi – ha commentato il sindaco di Bari Antonio Decaro – serve a dare corpo e sostanza a una visione legata alla cultura nella nostra regione e ad un accordo sottoscritto qualche giorno fa, che intende sostenere il sistema culturale tra Bari e Taranto emerso nell’ambito del percorso di candidatura al titolo di Capitale della Cultura italiana 2022.
Nelle ore successive alla proclamazione di Procida abbiamo ascoltato moltissime considerazioni e critiche, come è normale che sia in un tessuto sociale vivo come il nostro, su cosa avremmo dovuto inserire o, al contrario, eliminare dal dossier: tutte opinioni legittime da cui potremo sicuramente imparare.
L’unica cosa che però che non ho condiviso e a cui sento di rispondere è il fatto che alcuni abbiano ritenuto un errore aver candidato sia Bari sia Taranto a questo riconoscimento. Al contrario, dal mio punto di vista questo è un fatto positivo, perché le città e i raggruppamenti di città pugliesi che hanno partecipato alla candidatura per il 2022, sette in tutto, sono la dimostrazione dell’esistenza di un grande fermento culturale che va accompagnato e sostenuto.
E proprio questa scelta di candidarsi ha permesso alle due città da un lato di vivere uno straordinario momento di mobilitazione, con il coinvolgimento di operatori culturali, associazioni, stakeholder e semplici cittadini, dall’altro di delineare una vera e propria programmazione culturale integrata per il 2022.
Anche grazie agli incontri, alle assemblee e al grande lavoro di pianificazione prodotto – a Bari abbiamo contato oltre 300 appuntamenti di lavoro – abbiamo potuto orientare la programmazione culturale delle nostre città oltre il 2022.
Per questo, a dossier ultimati, abbiamo deciso con la Regione Puglia di lavorare insieme in ogni caso – a prescindere dal verdetto ministeriale – per dare concretezza a quella visione nata dalla partecipazione e da un intenso lavoro condiviso.
Il tavolo tecnico che inauguriamo oggi ci consentirà di conciliare al meglio le programmazioni di Bari con le città dell’area metropolitana e di Taranto con i Comuni della Grecìa Salentina per pianificare, con l’aiuto della Regione Puglia, un calendario condiviso di attività culturali da avviare anche prima del 2022, il più presto possibile, non appena la pandemia ci darà tregua.
Lo faremo studiando a fondo i due dossier e individuando i possibili punti in comune: siamo entrambe capitali di una storia millenaria – Taranto forse ancor più di Bari – abbiamo riaperto nello stesso anno due teatri – a Bari il Piccinni, a Taranto il Fusco -, disponiamo di magnifici Musei – il Marta a Taranto, tra i più importanti musei archeologici d’Europa, a Bari il Museo Archeologico della Città Metropolitana, che a breve si completerà con l’apertura degli ultimi spazi espositivi – vantiamo, sia a Taranto sia a Bari, splendide collezioni di dipinti della scuola Caravaggesca.
La sfida comune sarà quella di dar vita a una programmazione congiunta capace di valorizzare al meglio il nostro patrimonio culturale legandolo alle attività in programma e provando ad offrire il nostro contributo al rilancio di settori strategici per la nostra regione, come quello turistico.
Per questo, oggi, desidero ringraziare, insieme al sindaco Melucci, l’assessore Bray e il presidente Emiliano per aver dato attuazione a un impegno interistituzionale fondamentale per portare avanti i nostri progetti e per dare visibilità al sistema culturale della nostra bellissima terra”.
“Presentiamo oggi due piattaforme naturali che andranno valorizzate e che sono l’idea di una Biennale del Mediterraneo a Taranto e un progetto di fattibilità per la Fiera del Libro a Bari – ha concluso l’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray -. Un aspetto dei progetti che vorrei sottolineare è il valore della complessità sociale: dobbiamo lavorare molto sulla formazione e sull’inclusione sociale, in tutte le forme che oggi la contemporaneità presenta. Saranno gli enti a decidere sulle risorse una volta che saranno valutati i progetti da realizzare. La cultura può essere uno straordinario volano per il Paese. Lo continuo a ribadire: la cultura ci sta mostrando che siamo tutti capaci di identificarci e quindi di essere una comunità che si sente vicina, capace di essere in rete.
Per anni abbiamo avuto grosse difficoltà a fare sistema. E questa è una buona occasione per dimostrare che sappiamo fare rete, una rete virtuosa che pensa veramente ai prossimi anni.
Come sarà questa regione nel 2050 è la mia grande domanda. Dobbiamo immaginare quali saranno le vocazioni dei cittadini, il modello di sviluppo ecosostenibile, le capacità di realizzare un esempio virtuoso di turismo. Su tutto questo, le due piattaforme saranno utili ad ascoltare i territori, a raccogliere idee e mettere in atto buone pratiche”.