“Da Camera e Senato arriva una buona notizia: i Comuni potranno finalmente tornare ad assumere personale e disporre così delle risorse umane indispensabili a realizzare i progetti del PNRR”. Così Antonio Decaro, presidente dell’Anci, ha commentato l’approvazione da parte delle Commissioni Bilancio dell’emendamento al decreto legge sul PNRR che consentirà di superare i vincoli imposti alle amministrazioni locali dal 2009 e di fare assunzioni di personale non dirigenziale stimate in cinque anni fino a 15mila unità. “Voglio ringraziare il parlamento e il governo per aver recepito l’allarme dei Comuni – ha aggiunto Decaro – noi siamo allo stesso tempo le amministrazioni che maggiormente hanno sofferto negli ultimi venti anni di un grave depauperamento del personale, ma anche quelle che sono oggi chiamate ai maggiori sforzi per realizzare gli investimenti del PNRR e poi gestire i relativi servizi ai cittadini. Non tutti i problemi sono risolti – ha concluso il presidente dell’Anci – ma almeno sarà in parte sanata questa pericolosa contraddizione tra le risorse umane disponibili e gli obiettivi che dobbiamo raggiungere”.
“Più risorse, più assunzioni, più semplificazioni per i Comuni”. Così il vicepresidente vicario dell’Anci, Roberto Pella e il delegato Anci al Personale, Jacopo Massaro, all’indomani dell’approvazione in Commissione Bilancio dell’emendamento, a firma Pella-Dal Moro, che libererà risorse per 600 milioni di euro da destinare all’assunzione di circa15 mila funzionari a tempo determinato nei Comuni.
“Abbiamo raggiunto un traguardo importante per i Comuni – spiegano Pella e Massaro – sulla base dell’accordo politico raggiunto il 3 dicembre scorso tra Anci e governo. Grazie a questo emendamento – continua Pella – saranno superati i vincoli imposti dai parametri e dai limiti del 2009. I contratti a tempo determinato, quindi, potranno valere per un periodo anche superiore a 36 mesi, ma senza andare oltre il 31 dicembre 2026 e senza qualifica dirigenziale”.
Nel dettaglio le assunzioni saranno sbloccate grazie a un meccanismo espansivo in base a percentuali di spesa moltiplicate per la media delle entrate correnti degli ultimi tre rendiconti, al netto del Fondo crediti di dubbia esigibilità, e saranno subordinate all’asseverazione da parte dell’organo di revisione che dovrà certificare il rispetto pluriennale degli equilibri di bilancio. Le assunzioni varranno anche per i Comuni in deficit o sottoposti a procedura di riequilibrio finanziario pluriennale o in dissesto finanziario. Saranno inoltre previsti due fondi ad hoc: uno per i Piccoli Comuni, pari a 30 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, e uno per i comuni del Mezzogiorno che consentirà all’Agenzia per la Coesione territoriale di stipulare contratti con professionisti e personale in possesso di alta specializzazione, nel limite di una spesa complessiva di 67 milioni di euro.
“Oggi per i Comuni, incaricati di mettere a terra oltre un terzo delle risorse del PNRR – aggiungono gli esponenti Anci – è essenziale poter disporre di capitale umano, in termini quantitativi e qualitativi, non solo per realizzare le opere e i progetti, ma anche per la loro successiva gestione. Altrettanto prioritario è avviare un coordinamento e una collaborazione continua tra i diversi livelli di governo, rappresentati da Anci, Upi e Conferenza della Regioni, affinché gli obiettivi e i traguardi del PNRR siano raggiunti non solo in tempo, ma in maniera efficace e omogenea sull’intero territorio nazionale”, concludono Pella e Massaro.