Previsto incremento di 3000 nuovi posti nel Sistema di Accoglienza e Integrazione grazie a specifico finanziamento Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo
L’ articolo 7 del Decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, ha previsto l’incremento di 3000 nuovi posti nel (SAI) Sistema di Accoglienza e Integrazione, grazie ad uno specifico finanziamento del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. L’ampliamento è legato a quanto previsto dall’articolo 4, comma 3, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, che, da un lato, ha reintrodotto la possibilità di accesso al Sai da parte dei richiedenti protezione internazionale e, dall’altro, ha ampliato le categorie dei beneficiari, nei limiti dei posti disponibili.
Ne è conseguita la necessità di prevedere un numero di posti aggiuntivi tenuto conto della situazione determinatasi in Afghanistan e per corrispondere in maniera più efficiente alle esigenze di accoglienza dei nuclei familiari. Ciò consentirà di attivare percorsi di integrazione attraverso la rete dei comuni, passando da una visione emergenziale a una gestione dell’accoglienza più ordinaria.
“La risposta concreta che attendevamo e che consentirà ai territori di attivare i corretti percorsi di integrazione, con risorse e strumenti adeguati”. Così Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci alle politiche migratorie, commenta la pubblicazione in GU del Decreto di ampliamento della rete Sai. 3000 posti per nuclei familiari, che consentiranno di accogliere adeguatamente le famiglie afghane giunte in Italia a seguito degli avvenimenti di quest’estate.
“Un ringraziamento alla ministra Lamorgese, che ha dato seguito agli accordi assunti in sede politica” aggiunge Biffoni. – “Si rimette opportunamente al centro del sistema la rete dei Comuni, spostando risorse dal sistema emergenziale a quello ordinario, come prevede la legge – prosegue il delegato Anci. – È un primo passo significativo verso un ampliamento ulteriore che potrà essere portato avanti nei prossimi mesi, nell’ambito della legge di bilancio, per andare verso una graduale sostituzione dei centri di emergenza con centri stabili, di piccole dimensioni, integrati nelle politiche di welfare territoriale”.