Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, al termine della riunione con governo e regioni.
“Durante la fase 1 abbiamo dato dimostrazione di responsabilità rinunciando al nostro potere di ordinanza per gestire in modo univoco una situazione di emergenza, evitando ottomila posizioni diverse che pregiudicherebbero l’unità d’azione necessaria per vincere la battaglia contro il virus”. Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, al termine della riunione con governo e regioni.
“Nella fase 2, di ripartenza, per i settori che ripartono si devono fornire linee guida univoche nazionali in analogia a quanto già accaduto per la manifattura e i cantieri. Noi sindaci rispettiamo l’autonomia regionale sui tempi delle riaperture perché le Regioni conoscono la situazione sanitaria legata al numero dei contagi, dei tamponi e dei posti letto di terapia intensiva. Ma le linee guida sui settori che riaprono devono essere uniformi, una posizione espressa in cabina di regia dal presidente della Lombardia Attilio Fontana e che noi sindaci abbiamo condiviso. Ha senso che in Emilia Romagna gli ombrelloni siano distanti 2 metri e in Puglia 4? È giusto che in un ristorante di Forte dei Marmi si ceni a un metro di distanza e in uno di Roma a 2? E perché per far ripartire fabbriche e cantieri sono stati sottoscritti protocolli nazionali e per le spiagge si dovrebbe seguire un modello che cambia da regione a regione?
Certo, la situazione del contagio è diversa tra le regioni ma le modalità di diffusione sono le stesse e quindi anche le regole per interromperne la diffusione dovrebbero essere le stesse.
Lo abbiamo ribadito al presidente Conte durante la riunione di questa mattina: i sindaci sono pronti a dimostrare come sempre senso di responsabilità e a facilitare il ruolo di tutte le istituzioni del Paese, in spirito di leale collaborazione.
Abbiamo invitato le regioni a stabilire con il governo delle linee guida che noi faremo applicare senza alcuna polemica.
Ma se si possono usare regole diverse, i sindaci hanno diritto a riprendersi il loro potere di autorità sanitaria locale che non può essere esautorata senza che questo obbedisca ad alcuna logica”.